Il Massaggio Tradizionale Thailandese affonda le sue radici in tempi assai remoti. Non esiste una documentazione scritta, ma qualche reperto sopravvissuto ai secoli e una tradizione orale antichissima fanno pensare che le sue origini risalgano a 2.500 anni fa. Le informazioni storiche sono state tramandate più che altro oralmente, dal momento che la maggior parte degli antichi testi medici andarono distrutti – nel 1776 – nel corso della guerra di Ayutthaya (antica capitale del Siam), da parte dei Birmani. Grazie al ritrovamento di alcune vecchie tavole con le antiche iscrizioni, da parte del Re Rama III – nel 1832 – si è riusciti a ricostruire – seppur solo parzialmente – questa cultura millenaria.
Il Massaggio Thailandese è, sicuramente, di origine indiana. Sono in Sanscrito – l’antica lingua sacra agli indiani – i nomi dei MERIDIANI su cui si eseguono le manualità tipiche di questa tecnica di massaggio.
Questa antichissima disciplina è nata grazie all’intuizione e all’esperienza di un medico amico personale del Buddha, Jivaka Kumar Bhacca. All’epoca, la medicina veniva studiata soltanto nei templi ed era vietata la dissezione. Per tale motivo, si dovettero trovare delle strade alternative per la cura delle persone malate. Nacquero, così, tutte quelle pratiche di approccio dall’esterno, tra cui – appunto – il massaggio e l’utilizzo di erbe, piante ed oli essenziali medicinali. Per vicissitudini religiose, i seguaci del Buddha – in seguito – si dovettero spostare dalla loro terra di origine, dove l’induismo e l’islam non lasciavano spazio ad altre filosofie e religioni. Per questa ragione, Jivaka Kumar Bhacca viaggiò in molti luoghi dell’Oriente, fino a raggiungere l’antico Siam – l’odierna Thailandia – dove trovò la possibilità di perfezionare e di rifinire il suo massaggio che utilizzava le posizioni classiche dello Yoga e il lavoro su specifiche linee di energia (SEN).
L’origine ayurvedica indiana del massaggio thailandese è piuttosto evidente. Alcune tecniche fanno, infatti, assumere al paziente posizioni molto simili – se non identiche – a quelle utilizzate nell’hata yoga (che è parte integrante dell’antica medicina ayurvedica). La somiglianza tra le due discipline è così evidente che alcuni terapisti thai occidentali presentano il massaggio tradizionale thailandese anche come “massaggio yoga”.
Inoltre, alcune teorie sostengono che il massaggio thai derivi dalla medicina cinese. In effetti, alcuni degli strumenti terapeutici usati da questa medicina – quali l’agopuntura, la riflessologia plantare e il tuina – si basano sugli stessi principi del massaggio thai. I meridiani trattati sono gli stessi e i principi di riflesso e di riequilibrio energetico sono simili. A ben vedere, però, esistono differenze sostanziali nella manualità e – in particolare – nelle modalità d’intervento terapeutico.
I PRINCIPI DEL MASSAGGIO THAILANDESE
Il Massaggio Tradizionale Thailandese è una delle arti più antiche esistenti al mondo e viene, storicamente, insegnato nei templi oppure tramandato – per via orale – di generazione in generazione. La scuola originaria in cui, da secoli, viene insegnato è quella del tempio Wat Po (a Bangkok), il più grande della Thailandia ed il più antico della capitale (sede dell’Università di Medicina Tradizionale Thailandese).
In Thailandia, esistono due scuole principali di massaggio, che danno origine a due diversi stili: la scuola di Wat Po a Bangkok (stile del Sud) e quella del Massage Hospital di Chiang Mai (stile del Nord). Le differenze tra i due stili non sono sostanziali e la maggior parte delle tecniche e delle sequenze sono quasi identiche. Nello stile del Sud, vi è soltanto una maggiore enfasi sul lavoro di digitopressione, mentre – in quello del Nord – si riscontra una varietà superiore di ‘mobilizzazioni’. In tutta la Thailandia, comunque, è facile imbattersi in leggere varianti delle manualità che non modificano – in alcun modo – i principi e gli intenti terapeutici generali.
Varie discipline di origine orientale basano il proprio fondamento teorico sull’esistenza di “meridiani” che, nella medicina tradizionale thailandese, vengono denominati SEN.
Secondo questa teoria, attraverso la respirazione, penetra nel corpo umano un’energia in grado di mantenerlo in vita. In India, questa energia viene chiamata prana, in Cina chi e in Giappone ki. Il concetto occidentale più prossimo a questa entità è quello di ‘anima’ o meglio di ‘spirito’, sebbene questi termini assumano – nella nostra cultura – connotazioni quasi esclusivamente religiose.
Durante il massaggio thailandese, si lavora sia sul ‘corpo fisico’ che sul ‘corpo energetico’ in cui circola il prana – l’energia vitale – che influenza tutti gli altri corpi. Il prana è distribuito lungo linee d’energia – le Prana Nadi – che rivestono il corpo come un’invisibile rete.
L’energia si diffonde nel corpo attraverso dei canali chiamati ‘meridiani’. Tutta la dottrina teorica, filosofica e medica thailandese è racchiusa nello studio di quelle che vengono chiamate le ‘linee energetiche’, che comprendono una rete di migliaia di canali che attraversano il corpo. Solo dieci, però, sono quelle su cui si basa il massaggio thai. Queste linee energetiche – le ‘SEN’ – consentono di intervenire su specifici organi e zone del corpo (come una mappa in cui ciascuna parte è collegata e rappresentata).
La libera circolazione dell’energia è essenziale al benessere degli organi, che – grazie ad essa – si rigenerano e sono in grado di reagire alle aggressioni patologiche.
Fino a qualche decennio fa – prima dell’arrivo del turismo di massa nel paese – il massaggio, in Thailandia, non era considerato un lavoro … ma l’applicazione pratica del ‘Metta’, termine pali e thailandese che significa ‘gentilezza amorevole’ e veniva insegnato e praticato esclusivamente nei templi. Lo scopo finale del Massaggio Tradizionale Thailandese è – sia per chi lo pratica che per chi lo riceve – il raggiungimento di uno stato di ‘leggerezza’ e un’elevazione emotiva e spirituale.
LA TECNICA DEL MASSAGGIO THAILANDESE
Il Massaggio Tradizionale Thailandese viene eseguito su un comodo letto, il cui materasso è costituito da cotone pressato. Senza uso di particolari oli o creme, viene praticata una lenta e ritmica pressione sulle principali linee di scorrimento energetico (SEN). Successivamente, viene indotto uno stiramento che l’operatore ottiene portando il ricevente ad assumere posizioni molto simili a quelle dello yoga.
Si alternano pressioni ampie e rilassanti con altre più circoscritte e profonde. Durante il massaggio, si utilizzano i pollici, il palmo delle mani, le ginocchia, i gomiti, i piedi e gli avambracci.
Tali pressioni servono per disperdere gli eccessi di energia o di tensione, per tonificare una ‘zona di vuoto’ e per ‘ri-armonizzare’ il corpo. Hanno lo scopo di liberare il flusso circolatorio e del Prana (energia) e favoriscono l’eliminazione di scorie e tossine. Le mobilizzazioni – da sole o abbinate alle pressioni – si eseguono praticamente su tutte le articolazioni. Sono delle estensioni che eliminano delicatamente le rigidità, ammorbidiscono le articolazioni e ripristinano l’elasticità dei movimenti. Gli stiramenti alleggeriscono tutto il corpo, eliminano stress e tossine, ‘ri-armonizzano’ l’essere, mettono gli arti nella corretta posizione per il lavoro sulle linee energetiche e stimolano il Prana.
Le rigidità e i dolori articolari dipendono da possibili blocchi che ostacolano la circolazione del Prana nel sangue. Per questo motivo, gli stiramenti rappresentano un aspetto particolarmente importante del Massaggio Tradizionale Thailandese.